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ARCHIVIO DI STATO DI CREMONA. Carta della provincia di Cremona ottenuta dall’unione di 240 mappette e 370 fogli del cosiddetto Catasto Teresiano 1722-1723 Realizzazione di Simone Ravara

- készítette: profB

létrehozva: 9/22/2023 - módosítva: 6/17/2024

Introduzione (Bruno Mori) Il Nuovo Censimento dello Stato di Milano, il cosiddetto Catasto Teresiano Le operazioni che portarono alla redazione del cosiddetto ‘Catasto Teresiano’ presero ufficialmente avvio nel 1718, solo quattro anni dopo il passaggio dello Stato di Milano dalla Spagna all’Arciduca d’Austria e Imperatore del Sacro Romano Impero Carlo VI d’Asburgo, con la costituzione a Milano della Reale Giunta per il Censimento, presieduta da Vincenzo de Miro. Scopo del nuovo censimento era la ripartizione equa dei carichi fiscali diretti (che per consuetudine erano detti straordinari e che costituivano una quota minore degli introiti statali rispetto alle imposte indirette), stanando le sacche di elusione e di evasione. La cosiddetta Prima Giunta operò fino al 1733, quando vicende belliche (Guerra di Successione Polacca e conseguente invasione dello Stato di Milano da parte dell’alleanza tra il Regno di Sardegna e il Regno di Francia) determinarono l’interruzione dei lavori e il precipitoso trasferimento a Mantova dei materiali prodotti. La Giunta fu ricostituita nel 1749, regnante Maria Teresa, presieduta da Pompeo Neri. Approvato alla fine del 1757, il Catasto entrò in vigore il 1° gennaio 1760. La provincia cremonese dello Stato di Milano e le sue terre separate La provincia cremonese settecentesca dello Stato di Milano includeva gran parte della provincia attuale di Cremona, ma una quota importante dell’attuale provincia non ne faceva parte, mentre vi appartenevano anche territori che ora fanno parte di altre province. È così che il territorio attuale della provincia di Cremona include dei comuni della Gera d’Adda che all’epoca appartenevano sì allo Stato di Milano e quindi furono inclusi nel Censimento, ma non facevano parte della provincia cremonese con le sue terre separate: si tratta degli attuali comuni cremonesi di Rivolta d’Adda, Spino d’Adda, Pandino eccetto la frazione Gradella, Dovera, Vailate e Agnadello, inclusi all’epoca nel Ducato di Milano, e della frazione Gradella del comune di Pandino parte invece del Contado di Lodi. Viceversa appartenevano alla provincia cremonese dei comuni che oggi fanno parte di quella di Bergamo (Mozzanica, Fornovo S.G., Isso, Barbata, Covo e Antegnate) e un comune attualmente in provincia di Lodi, Castelnuovo Bocca d’Adda. Bergamasco è anche attualmente il comune di Fontanella, all’epoca terra separata cremonese, così come i tre comuni della Giurisdizione della Calciana cremonese (Calcio, Pumenengo e Torre Pallavicina). Tutti questi comuni furono inclusi nel Censimento. Non furono invece inclusi nel Censimento perché esterni allo Stato di Milano: 1. tutti i comuni del Cremasco storico, fino al 1797 provincia di Crema della Repubblica di Venezia, per il quale vigeva un semplice Estimo descrittivo privo di apparato cartografico, l’ultima versione del quale fu redatta nel 1685 e rimase in uso fino alla fine della Serenissima (1797) e anche oltre poiché le prime mappe particellari vi furono redatte tra il 1812 e il 1814 e i corrispondenti Sommarioni nel 1815-1821, ma il conseguente Catasto Lombardo Veneto fu attivato solo nel 1853. Lo scrivente ha ricavato delle mappe ipotetiche dall’Estimo del 1685 relative a Offanengo (Maggiore e Minore) e Porta di Serio (poi San Bernardino, attualmente frazione di Crema). Una Umap che le unisce è consultabile al seguente link: http://u.osmfr.org/m/778135/ 2. Ostiano, Volongo, Isola Dovarese e Vescovato, già appartenenti a rami cadetti dei Gonzaga, dal 1707 anch’essi asburgici ma dipendenti dall’amministrazione di Mantova e non da Milano. Essi saranno misurati negli anni ‘70 del’700. Fasi e documenti 1. Misura e delineazione (1721-1724). Utilizzando come strumento geodetico la Tavola Pretoriana, furono redatte Mappe in scala 1:2000 di tutti i comuni, riportanti ogni pezzo di terra ed edificio numerati progressivamente. Da queste mappe furono ricavate mappe copia alla stessa scala ma divise in più fogli e infine mappe copia in un foglio unico ridotte alla scala 1:8000 (mappette). 2. Parallelamente vennero redatti dei registri, detti Sommarioni di Prima Stazione, riportanti per ciascuna parcella numerata: a. Nome e cognome del possessore (in caso di possesso utile e non di piena proprietà si indicavano anche il titolo, per esempio livellario, e il proprietario giuridico); b. Tipo di coltivazione (Qualità), grado di produttività detto Squadra ed eventuale quantità di gelsi in produzione; c. Superficie espressa in pertiche milanesi. 3. Stima del valore capitale (1724-1732). Comune per comune si stima il valore capitale per pertica di ciascun tipo di coltivazione e ciascuna squadra. Il valore capitale è determinato dalla relativa capitalizzazione al 4% della resa economica (‘cavata’) detratte le spese di coltivazione (anch’esse minutamente stimate). Per ottenere il valore capitale di ciascuna parcella bastava moltiplicare il valore della stima per qualità e squadra per la sua superficie, aggiungendo il valore capitale degli eventuali gelsi. Mentre nelle tabelle della stima il valor capitale è determinato in scudi di sei lire e mezzi scudi, quello di ciascuna parcella è espresso in scudi di sei lire, lire e ottavi di lira. 4. Beni di Seconda Stazione (1749-1751). Si intendono con questa dicitura gli edifici di abitazione e gli opifici. Per essi fu disegnata una mappa apposita e il loro elenco fu aggiunto ai Sommarioni di Prima Stazione a formare le Tavole del Nuovo Estimo. Gli edifici furono suddivisi in tre categorie: a. case in rendita, comprendenti le case d’affitto e a livello, quelle di abitazione ordinaria dei propri padroni e tutti gli opifici (mulini, pile, torchi, segherie, folle, magli, fornaci, ecc.) [stimato il fitto, lo si capitalizzava al 4% dopo deduzioni minutamente previste, una generica di un terzo per adeguamento al fatto che questa stima avveniva a distanza di venticinque anni da quella dei terreni (‘conguaglio’), un’altra di un terzo, che saliva a 2/5 per mulini e folle, per spese manutentive ordinarie e straordinarie; questo in aggiunta al valore capitale del terreno, stimato quanto l’aratorio semplice di prima squadra maggiorato di un terzo]; b. case non in rendita, comprendenti quelle di villeggiatura e quelle da massaro, censite e tassate solo per la superficie della relativa parcella; c. Luoghi Sacri e Religiosi destinati al culto, completamente esenti insieme ad altri luoghi a uso pubblico, contrassegnati sulle mappe da lettere anziché numeri e non misurati. 5. A integrazione e aggiornamento del catasto, c’erano poi i Catastrini (registri in cui le proprietà erano raggruppate per possessori in ordine alfabetico), i Libri dei Trasporti e Correzioni d’Estimo, destinati a registrare i cambi di proprietà, e le Rettificazioni per i fiumi, destinati a modificare i mutamenti nelle proprietà avvenuti in seguito a cambiamenti di corso dei fiumi. Meccanismo del prelievo fiscale Il catasto non stabiliva di per sé il carico contributivo, ma la ripartizione di esso. Molto sommariamente, il carico fiscale era suddiviso tra carico Universale (parte dovuta al Principe, parte per le spese dello Stato di Milano), Provinciale e Comunale. In pratica, una volta determinato il fabbisogno, questo veniva ripartito come Imposta per ciascuno scudo d’estimo. Una complicazione a questo calcolo era dovuta al fatto che il Catasto Teresiano aveva a malincuore dovuto riconoscere delle esenzioni parziali (in quote stabilite minutamente), riguardanti i beni ecclesiastici acquisiti fino al 1575, più quelli cosiddetti di Povero Stato, riguardanti Ospedali e Luoghi Pii, e quelli parrocchiali la cui rendita non eccedeva la congrua conciliare, oltre a esenzioni private acquisite onerosamente e a quella ai padri di dodici figli. BIBLIOGRAFIA Mi limito a segnalare un solo studio moderno: Sergio Zaninelli, Il nuovo censo dello Stato di Milano dall'editto del 1718 al 1733, Vita e pensiero, Milano 1963 Tra i numerosi studi d’epoca liberamente accessibili nel Web, segnalo in particolare la relazione del presidente della seconda giunta: Pompeo Neri, Relazione dello stato, in cui si trova l’opera del Censimento universale del Ducato di Milano nel mese di maggio dell'anno 1750, Milano 1750. https://books.google.it/books/download/Relazione_dello_stato_in_cui_si_trova_l.pdf?id=4233MAAACAAJ&hl=it&output=pdf&sig=ACfU3U3MI2xQ1AtWljXB7NyXHYm-AMABJg Utile per comprendere gli aspetti pratici del Catasto è: Gaetano Tarantola, Il sistema pratico del censimento prediale milanese instituito nel secolo XVIII, Milano 1816. https://books.google.it/books/download/Il_sistema_pratico_del_censimento_predia.pdf?id=3UlbAAAAcAAJ&hl=it&output=pdf&sig=ACfU3U2PEYLDovtB0bpVvRJR73kqbb2Iuw Le mappe interattive: realizzazione e modalità di utilizzo Il ‘mappone’ qui riprodotto è la versione ridotta di: ARCHIVIO DI STATO DI CREMONA Carta della provincia di Cremona ottenuta dall’unione di 240 mappette e 370 fogli del cosiddetto Catasto Teresiano 1722-1723 Realizzazione di Simone Ravara Le mappe interattive comunali qui collegate sono riferite a un piccolo campione del materiale relativo al Catasto Teresiano conservato presso l’Archivio di Stato di Cremona. Per i quattro comuni presi in esame sono costituite dalla mappa ridotta a scala 1:8000, georeferenziata mediante MapWarper e deformata (warpata) in conseguenza di essa. Sovrapposto alla mappa anche se non visibile se non per una lievissima coloritura è un ridisegno delle particelle (originariamente fatto con GoogleEarth): passando il mouse su di esso vengono mostrate le etichette con indicato il numero della particella e la sua qualità. Cliccando sull’etichetta o su un punto qualunque della parcella si apre un popup che riporta tutti i dati relativi a essa presenti nella Tavola del Nuovo Estimo, approvata nel 1754, più la superficie in metri quadri. Per il ridisegno dei Beni di Seconda Stazione ci si è avvalsi della mappa relativa e in caso ci fossero situazioni che si allontanavano decisamente da quella della mappa ridotta, si è provveduto a disegnare in sovrapposizione visibile le corrispondenti geometrie. Non si è tenuto conto delle variazioni avvenute dopo l’approvazione del 1754 e che sono intervenute fino agli anni ’80 dell’ottocento. Preliminarmente alla realizzazione dei popup si è provveduto alla tabulazione mediante Excel delle Tavole del Nuovo Estimo dei comuni campionati. Questi fogli di excel possono servire per ulteriori elaborazioni. Le mappe interattive sono state realizzate da Bruno Mori, sulla base di materiali documentari dell’Archivio di Stato di Cremona predisposti da Simone Ravara (in particolare le mappe ridotte), con l’aiuto e la consulenza di Valeria Leoni e di Valerio Ferrari.

Collegamenti alle carte interattive di comuni campione

Sono stati finora scelti quattro comuni situati in parti diverse della provincia a illustrare in maggiore dettaglio le caratteristiche registrate nel Catasto Teresiano. Per attivare i collegamenti è sufficiente cliccare su una delle 4 icone a forma di palloncino rosso e in seguito sul link presente nel popup che si aprirà. La carta linkata si aprirà in una nuova scheda.

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ARCHIVIO DI STATO DI CREMONA. Carta della provincia di Cremona ottenuta dall’unione di 240 mappette e 370 fogli del cosiddetto Catasto Teresiano 1722-1723 Realizzazione di Simone Ravara

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